Archive for gennaio 2009

Dalla teologia narrativa alla narrativa teologica

24 gennaio 2009

due scritti di Ferruccio Parazzoli

Nel 1999 Ferruccio Parazzoli pubblicò per Mondadori una Vita di Gesù. Nel prologo, intitolato L’alba del mondo, ci viene presentato l’evangelista Luca nel momento stesso in cui comincia a scrivere l’episodio dell’annunciazione. Nell’articolo che riportiamo dopo questo estratto, apparso nel quotidiano Avvenire il 16 novembre 2008, Parazzoli svolge una riflessione sulla teologia narrativa e sulla narrativa teologica, giungendo a una interessante conclusione: la scrittura della Vita è stata per lui “un’esperienza di non ritorno”, e da allora ha promesso a sé stesso che “mai più l’immagine fisica di Gesù sarebbe rientrata nelle mie narrazioni”.

L’alba del mondo

“Ecco l’ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola”.

Mentre scrive queste parole l’evangelista Luca è commosso. Mai si era sentito tanto solo in mezzo al tumulto della Roma imperiale. Paolo, l’apostolo del quale è stato discepolo e compagno dalla lontana Siria, è in carcere in attesa di rendere testimonianza con la propria vita al messaggio dell’uomo di nome Gesù, crocefisso molti anni prima a Gerusalemme. Gesù, il figlio di Maria, la fanciulla le cui parole Luca ha deciso di affidare alla memoria di coloro che verranno dopo di lui attraverso il tempo, a consolazione e vittoria di fronte agli orrori del mondo.
Luca sa di essere il solo ad averle raccolte dal ricordo di gente comune, rimasta ignota, che le ha conservate nella memoria con venerazione e amore perché la voce di quella bambina non andasse perduta, ma si alzasse ogni volta che il cuore smarrito, il coraggio vacillante degli uomini avesse sentito il bisogno di ascoltarle, limpide e ferme oltre lincessante frastuono dei secoli.

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Più a nord di noi – Trompe l’oeil

22 gennaio 2009
Jan van Eyck, 1436, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

Jan van Eyck, 1436, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

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Più a nord di noi – Annunciazioni e Quattrocento fiammingo

18 gennaio 2009
Jean Fouquet, Dittico di Melun - Madonna con Bambino e cherubini, 1450 ca., tavola 93x85cm, Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa

Jean Fouquet, Dittico di Melun - Madonna con Bambino e cherubini, 1450 ca., tavola 93x85cm, Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa

In linea di massima, il Tardo Gotico che si era diffuso in Europa a partire dal XIV secolo, finì per corrispondere allo stile artistico dominante per buona parte del XV secolo, giungendo in alcuni casi isolati ad inoltrarsi addirittura nel Cinquecento.

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Incarnazione. Dall’autobiografia di Gesù Cristo

18 gennaio 2009

Da La vita interna di Gesù Cristo. Autobiografia dettata alla serva di dio donna Maria Cecilia Baij.

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[…] Arrivato dunque il momento da me tanto bramato della mia incarnazione nell’utero puris- simo di Maria Vergine, prima che io mi unissi all’umana natura, e prima che si creasse l’anima mia santissima e perfettissima, io come eterno Verbo, e Figlio unigenito dell’Eterno mio Padre, come Dio a Lui eguale, mi protestai con il medesimo e mi offrii a patire e soffrire tutto ciò che Lui avesse ordinato e che fosse stato di suo compia- cimento: volendomi servire della mia divinità, non per assentarmi dal patire, ché essendo beato non ero soggetto a patimento o dolore alcuno, ma solo per conservare quella vita naturale ed umana che ero per pigliare, la quale non si sarebbe potuta mai conservare fra tante pene, se la divinità mia propria non fosse stata a quella unita.

Creata adunque che fu l’anima, che doveva animare il corpo passibile e mortale, unii subito a questa la mia divinità con un’unione perfettissima, in modo che quell’anima restò subito divinizzata, fu subito capace della divinità, conobbe la divinità con tutti i suoi attributi, conobbe la dignità sua; essendo unita perfettamente al Verbo, adorò la Trinità, ed ancor essa si soggettò agli ordini, che l’eterno Padre aveva decretato, con tutta la cognizione e pienezza dei lumi e capacità perfetta; si contentò di scendere dentro le viscere di Maria Vergine ed animare quel corpicciuolo, che di poco (allora) era stato formato per opera dello Spirito Santo nell’utero Verginale.

Scesa che fu l’anima mia unita al Verbo ad abitare in quelle angustie e ad animare quel corpo, provò subito, in quel primo istante, tutta quella pena e quella strettezza, che ad una persona di perfetto giudizio e di tutta cognizione si renderebbe una simile abitazione e strettezza. Stavo quindi, sposa carissima, racchiuso come stanno tutti gli altri fanciulli che stanno privi affatto dell’uso di ragione; io però, come Dio, avevo tutta la cognizione, e provava l’anima mia quelle angustie che sogliono far provare simili strettezze. […]

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Fuori tema

11 gennaio 2009

Antonello da Messina, Annunciata.

Antonello da Messina, Annunciata.

“Il mio corpo, in realtà, è sempre altrove. È legato a tutti gli altrove del mondo. E, a dire il vero, è altrove solo nel mondo. Perché è intorno a esso che le cose si dispongono, è rispetto a esso, e rispetto a esso come rispetto a un sovrano, che ci sono un sopra, un sotto, una destra, una sinistra, un avanti, un dietro, un vicino, un lontano. Il corpo è il punto zero del mondo, là dove i percorsi e gli spazi si incrociano. Il corpo non è da nessuna parte” (Michel Foucault).

Dal blog Currenti Calamo di Graziano Spinosi. Il post intero è qui.

Posta elettronica

11 gennaio 2009

di Pietro Marmo

[Riporto qui un frammento del racconto di Pietro Marmo Annunciazione, apparso il 30 novembre 2008 in giornalettismo.com. gm]

[…] Quando arrivò in ufficio Maria era già stanca. Salutò con un sorriso i suoi collaboratori e prese posto davanti al computer. Cinque minuti di pace, desiderava che la lasciassero sola cinque minuti, per controllare la posta elettronica, per cercare tra i mille messaggi uno di Giuseppe. Niente, solo lavoro e pubblicità. Medicine proibite a prezzi eccezionali, lozioni per prestazioni favolose, donne disponibili che aspettavano solo lei, diplomi o lauree gratis. Ma di Giuseppe nulla.

Aprì un messaggio senza mittente nella speranza che fosse di qualcuno che la conoscesse, che le desse un po’ di affetto e consolazione. Niente, solo una strana pubblicità: “Tu avrai un figlio e lo chiamerai Emanuele”. , pensò ironica, ci manca solo un figlio!. Non n’aveva nemmeno parlato con Giuseppe; era impossibile visto il lavoro, i continui spostamenti, la mancanza di un qualsiasi sostegno, familiare o pubblico. Avevano tacitamente, di comune accordo, preso delle precauzioni e rimandato la discussione. I suoi collaboratori erano già davanti alla scrivania. La pausa era finita. […]

Leggi tutto il racconto.

[Gioverà ricordare che nel fortunato musical Aggiungi un posto a tavola di Garinei, Giovannini e Fiastri, il signor Dio si faceva vivo per telefono. Le tecnologie e i costumi cambiano, il problema resta: come si mette in scena un colloquio tra un dio e una persona umana? D’altra parte, ormai è possibile inviare un’email directly to God].

Da che parte si entra?

10 gennaio 2009

di giuliomozzi
con Lucia De Angeli

Immaginiamo di dover dipingere un’Annunciazione. Sappiamo che tra i vari elementi standard di questa scena c’è il raggio di luce. Sappiamo che il raggio di luce indica il “passaggio” di qualcosa. Si tratta di uno standard ancora validissimo, basti guardare il gesto magico tipico nei cartoni animati (ad esempio quelli delle Winx): il mago o la maga protende le braccia, piega le mani in su o in giù per mostrare le palme all’oggetto che deve subire la magia, e dalle palme parte (producendo di solito un suono tipo brvzzaapz o zrvbraapz) un raggio luminoso.

Winx. Immagine dalla sigla.

Winx. Immagine dalla sigla.

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L’annunciazione nell’oriente cristiano

9 gennaio 2009

art_3384_1_annunciazione-della-madre-di-dio-1Vicenza, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
8 dicembre 2008 – 29 marzo 2009, ingresso libero

[…] Attraverso un apparato illustrativo di testi e di immagini che attestano l’impegno verso questo tema dei maggiori artisti dell’arte europea (da Giotto, al Beato Angelico, a Leonardo, solo per citarne alcuni), il confronto tra l’arte orientale e quella occidentale diviene uno spunto di riflessione sulle differenze ma anche sulle continuità dei segni di due tradizioni artistiche che hanno percorso nei secoli strade espressive assai diverse, pur partendo dalla raffigurazione del medesimo tema, di assoluta centralità per il mondo Cristiano. […]

Leggi tutto il comunicato.

Un mostro senza occhi

8 gennaio 2009

di Luigi Santucci

da Volete andarvene anche voi?, Mondadori 1969, p. 14.

“Lo Spirito Santo verrà su di te e la virtù dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra, e per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”.

Non è un uomo, dunque, è un’ombra che la coprirà: un’ombra altissima dalle torri del cielo, che traforerà il suo ventre calando da sublimità vertiginose, oltre le aquile, oltre gli angeli.
O Maria, quale terribile mostro giacerà con te! Nessuna donna avrebbe accettato di congiungersi col mare e le tempeste, con lo zodiaco delle ignote stelle, con l’etere colmo di tuoni e la sabbia impastata di conchiglie. La donna sogna un compagno che l’accarezzi per fugare in lei il timore dell’universo. Ma tu hai accettato quello sposo sconfianto, senza occhi per guardarti, nascosto in tutte le ocse eppure così crudelmente lontano, e gli hai risposto il tuo sì.

“Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”.

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Julia Margaret Cameron – Impressions in albumine

8 gennaio 2009

 

Julia Margaret Cameron, stampa in albumina, 1868, Royal Photographic Society, Bath
Julia Margaret Cameron, stampa in albumina, 1868, Royal Photographic Society, Bath

Julia Margaret Cameron 1815-1879

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